Difficile scrivere di dinamiche relazionali fra uomo e donna, si rischia di scatenare una guerra dei sessi.
In questi giorni, però, mi è capitato di riflettere sul senso di colpa che noi donne proviamo nelle relazioni con gli uomini.
Quando un rapporto non va, la prima domanda che ci poniamo è sempre “cos’ho fatto?”.
Seguono in classifica “cos’ho detto” e i negativi “cosa non ho fatto/cosa non ho detto”, una serie di dilemmi nei quali sprofondiamo per giorni facendoci venire un fegato grosso così e un male al cuore che a momenti ci guardiamo la maglietta per controllare che non stiamo davvero sanguinando.
In un momento di lucidità mi sono chiesta perchè sempre questa rincorsa al vittimismo, questa propensione a calpestarci l’autostima con domande feroci e pure inconcludenti.
Non potremmo girare la frittata e sentirci a posto con la coscienza, prendendo in considerazione che forse sia l’altro ad aver fatto/detto qualcosa? (o non aver fatto/detto qualcosa). Perchè ci può benissimo stare che sia l’altro a sbagliare, che sia l’altro a rendere difficile la relazione, magari ad essere uno stronzo e basta. Questo addossarci sempre e subito una responsabilità di fallimento è sminuente della nostra dignità e della nostra forza interiore, oltre che rientrare nel negativismo cosmico che ci porta dritte nell’esagerato pessimismo-depressivo tipico di noi donne.
Lo so, è difficile cambiare noi stesse, che arriviamo spesso da percorsi tortuosi e con vissuti tormentati con le figure maschili della nostra vita. E’ difficile perchè l’Amore è l’impalcatura che sorregge il castello e faremmo di tutto pur di preservarla intatta. Di tutto, persino sentirci colpevoli per sbaglio con certe non-logiche che solo noi donne sappiamo inventarci.